Moonbears – Parete Limarò al Dain Picol
Tra l’autunno 2010 e la primavera 2011, sulla parete Limarò al Dain Picol, Ermanno Salvaterra e Michel Ghezzi, hanno realizzato l’apertura della via Moonbears (dedicata agli
Orsi della Luna, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul trattamento a dir poco crudele che questi pacifici animali sono costretti a subire nel sud-est asiatico),
seguendo una stupenda linea di roccia sulla destra di “Orizzonti dolomitici”; la difficoltà dichiarata arriva fino a V+ con un passo di VI-; la via è attrezzata a spit sia
sulle soste che lungo i tiri, ed è una chiodatura di tipo classico, sicura ma non abbondante.
L’attacco è in comune con “Amazzonia” e “Orizzonti dolomitici” e ne segue i tracciati fino a metà del secondo tiro.
1) Dalla cancellata della centralina idroelettrica, si attacca il primo tiro comune, facile ma lisciato quasi a specchio dagli innumerevoli passaggi;
2) il secondo tiro prosegue in traverso per una quindicina di metri, poi, all’altezza di un diedrino aperto, devia verso l’alto fino alla prima vera sosta della via;
3) da questo punto in avanti la roccia migliora decisamente, il grip per le suole è assicurato così come la solidità della roccia stessa; il terzo tiro risale verticalmente
un diedrino sulla destra, fino a raggiungere la sosta successiva;
4) mantenedosi sulla destra, si raggiunge e si supera una breve placca, poi su roccia più articolata si arriva in sosta;
5) si attacca una fessura a destra della sosta che, con un delicato passo iniziale, in obliquo verso sinistra porta risale alla nuova sosta;
6) sempre in obliquo verso sinistra, si supera una placca oltre la quale si sosta;
7) per rocce rotte e articolate, si raggiunge in verticale la base di un diedro;
8) ci si eleva per la placca sulla sinistra del diedro, poi obliquando verso destra si torna nel diedro stesso e lo si risale fino ad un terrazzino (libro di via);
9) si sale un diedrino, si supera direttamente un piccolo strapiombo e si raggiunge la sosta finale in mezzo alla vegetazione, in prossimità delle reti parasassi.
Anche se la via è chiodata “bene” qualche friend medio/piccolo può essere utile; anche se fattibile, la discesa in doppia lungo la via è sconsigliata, il comodo sentiero
mediano riporta velocemente a valle o porta agli attacchi delle vie della fascia superiore.
Nonostante la zona sia limitrofa alle Dolomiti, la via offre comunque uno scenario impagabile e alcuni scorci stupendi sulla vallata sottostante, sulle cime del Bondone e
sulla incombente parete superiore del Dain Picol, che quando ci sei sotto tanto piccolo non è.
Trovandosi nella Valle del Sarca, è una via di giornata percorribile durante buona parte dell’anno, evitando magari la calura estiva.
Relazioni della via e foto dettagliate sono facilmente reperibili in rete.
Disclaimer: le informazioni riportate in questo articolo derivano da una personale ripetizione della via dell’estate 2011 e sono da ritenersi indicative e soggette a possibili
cambiamenti legati alla natura stessa della montagna; il sottoscritto declina ogni responsabilità nell’utilizzo delle informazioni riportate nell’articolo stesso, l’ascensione
dell’itinerario proposto, in quanto attività alpinistica, è una scelta personale e responsabile. Spetta ad ogni arrampicatore verificare la solidità degli appigli e delle
protezioni presenti oltre alle proprie capacità tecniche